Tag in Jazz. Un aiuto alle Onlus del sociale

Fai beneficenza ascoltando il grande Jazz!

L'Associazione Culturale Teatro Alla Giustizia, in collaborazione con ACSI Padova e ACSI Veneto, darà vita al progetto benefico TAG in JAZZ con l'obiettivo di dare un aiuto concreto alle Onlus che operano nel sociale.
Il direttore artistico del TAG, Riccardo Saoner, puntualizza: "Come sempre lo faremo a modo nostro, dando spazio di espressione ad Artisti con la A maiuscola. Una volta al mese si esibirà un gruppo Jazz formidabile in favore di un differente ente Benefico. TAG è sinonimo di grande musica, soprattutto Jazz, come dimostrano i nostri 36 anni di storia. Nel corso degli anni sono stati ospitati mostri sacri come Chet Baker, Dick Ektal Smith, Rya Bryant, Airto Moreira e Miroslav Vitous".

Il ricavato delle serate verrà devoluto in beneficenza.

L'inizio degli spettacoli avverrà alle ore 22.00.

IL PROGRAMMA DEL PROGETTO TAG IN JAZZ:

20 DICEMBRE  - BBC Trio
David Boato - tromba, flicorno
Rosa Brunello - contrabbasso
Luca Colussi - batteria
Il BBC Trio è una formazione originale che poche volte si è vista nella tradizione jazzistica, sfruttando la vocazione melodica e ritmica degli strumenti che la compongono. La peculiarità di questo approccio all'improvvisazione, unito alla forte personatità ed all'esperienza dei suoi componenti, consente di sperimentare soluzioni imprevedibili, capaci di ricollocare nella contemporaneità gli standards, fondendoli senza sforzo con composizioni originali.

24 GENNAIO - Togetherness Trio
Franco Nesti - contrabbasso, voce
Nicola Privato - chitarra
Igor Checchini - batteria

Il Trio, di recentissima formazione, propone musica di estrazione Jazz.
La ricerca accurata del sound e la naturale attitudine dei tre musicisti al dialogo si trasforma in brano passando, in un percorso apparentemente disordinato, da atmosfere etniche al Jazz di "tradizione".
Lo stile diventa così un "non stile" dove riversare personalità ed emotività.

21 FEBBRAIO - Omit Five
Filippo Vignato - trombone
Mattia Dalla Pozza - sax alto
Joseph Circelli - chitarra
Rosa Brunello - contrabbasso
Simone Sferruzza - batteria

Il gruppo Omit Five è nato nel 2010 all’interno del Conservatorio di Rovigo come estensione del laboratorio di improvvisazione del biennio jazz. Prendendo le mosse da maestri come Miles Davis, Wayne Shorter, Dave Douglas e Dave Holland, il quintetto ha rapidamente elaborato una proposta sempre più personale, riuscendo a costruirsi un repertorio di brani originali confluiti in questa prima ma già convincente registrazione discografica. Ha senza dubbio fatto crescere l’autostima della band  la vittoria ottenuta nella sezione jazz del Premio Nazionale delle Arti 2010/2011, cui hanno partecipato gruppi provenienti da tutta Italia. Appena un anno dopo, gli Omit Five hanno pronti altri nuovi brani, già eseguiti dal vivo e che andranno a comporre il loro ormai prossimo secondo album. Legando la tradizione post–boppistica con sonorità integralmente acustiche, il quintetto strizza l’occhio, com’è naturale, a quanto di nuovo è emerso negli ultimi anni dalla scena dell’avanguardia newyorkese e nordeuropea. Pur avendo tutti più o meno 25 anni, hanno saputo mitigare la foga e l’entusiasmo giovanili con la razionalità che deriva loro dagli studi effettuati con i maestri del Conservatorio rodigino. Omit Five esprime allo stesso tempo il tentativo di fondere due diverse aree geografiche, una meridionale, rappresentata dal batterista palermitano Simone Sferruzza e dal chitarrista campano Joseph Circelli, ed una veneta, cui fanno riferimento il trombonista vicentino Filippo Vignato, trasferitosi da qualche tempo nella terraferma veneziana, dove operano sia il sassofonista Mattia Dalla Pozza che la contrabbassista Rosa Brunello. Delle dieci tracce proposte, se si escludono il suggestivo Oclupaca, fra i brani meno noti dell’ultima produzione ellingtoniana, e Shiny things, di Tom Waits, due sono firmati dalla Brunello, due da Vignato, uno da Sferruzza e tre da Circelli, a testimoniare che la musica degli Omit Five è frutto di un lavoro realmente collettivo e paritetico, dove anche le variegate soluzioni timbriche e ritmico–armoniche, frutto del gusto e della sensibilità dei diversi autori, sono comunque riconducibili ad una sonorità ben definita. Basterebbe già questo per esser soddisfatti dei risultati conseguiti in così breve tempo da cinque jazzisti di cui, ne siamo certi, sentiremo presto molto parlare.
 
21 MARZO - M.O.F. Quintet
Filippo Vignato - trombone, effetti
Manuel Trabucco - sax soprano, sax alto
Frank Martino - chitarra, live elettronics
Stefano Dallaporta - contrabbasso, basso elettrico
Diego Pozzan - batteria

Il M.O.F. (acronimo di Mercato Orto Frutticolo) è un parcheggio gratuito che si affaccia al centro di Ferrara. Il parcheggio rappresenta l’equivalente di un porto per le città di mare, ossia un luogo di scambio-incontro di idee, merci e persone. Ed è con questa idea che è partito il progetto M.O.F 5tet. Il gruppo si è formato nel Febbraio 2009 tra le aule del Conservatorio G. Frescobaldi di Ferrara dove cinque musicisti, provenienti da diversi background geografici (Sicilia, Abruzzo, Veneto) e musicali, hanno deciso di condividere un progetto musicale che è sfociato poi nel disco “Embarrassing Days” (CatSound Records, Novembre ’09). Il disco contiene tutti brani originali tranne un riadattamento in stile New Orleans di “No One Knows” brano del gruppo rock statunitense Queens Of The Stone Age. Il progetto Embarrassing Days ha l’ambizione di ricercare nuove sonorità in ambito jazzistico avvalendosi dell’utilizzo dell’elettronica, utilizzata, in tempo reale, come “sesto musicista” che improvvisa e dialoga con la band. La formazione dal vivo riesce a creare un’atmosfera di “tensione artisitica” sviluppando le composizioni del disco e proponendo rivisitazioni di brani che spesso non attingono unicamente alla tradizione jazzistica ma anche al rock, al pop (Radiohead, Queens of The Stone Age, Angunn).

L'Associazione Culturale Teatro Alla Giustizia ringrazia anche il Comune di Venezia, assessorato alle Politiche Sociali; Le Voci di via Piave; Etam e Tipsina.

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